Puntualizzazioni per chi non vuole capire

Ma tu lo hai visto Navarro?

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  1. mgdb
     
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    “Ma tu lo hai visto Navarro? Io si, ha una pancia che quando è in posizione fissa arriva in terza base”

    Noto con dispiacere che la mia affermazione sulla forma fisica di Navarro ha destato parecchia indignazione tra “quelli del forum”, e suppongo anche tra quelli che preferiscono starne al di fuori.
    Noto soprattutto, che un affermazione, invece che essere letta tra le righe, per comprenderne l’essenza, viene facilmente interpretata alla luce di ciò che le singole parole che la compongono, vogliono significare grammaticalmente e logicamente, senza far riferimento a quei principi di carattere estetico, morale e di altro tipo, che possono essere alla base di una frase scritta, o detta.
    Ho dato per scontato di condividere con voi, uomini di sport, un certo sottofondo, o per dirla in termini più di moda, “background”, che avreste dovuto capire, date le circostanze e la vostra (a questo punto presunta, secondo me) cultura sportiva.
    Il personalissimo punto di vista che sto per esporvi, potrà sembrarvi poco moderno, poco fine e soprattutto da persona ignorante in materia, ma sono anche convinto che a volte essere “in medias res”, possa essere un ostacolo al chiarimento -verso se stessi, e poi verso gli altri-, di cose sulle quali dovremmo tutti riflettere, quando abbiamo a cuore qualcosa. Il baseball, nella fattispecie.
    Se tutti coloro che hanno una cultura superiore alla media, stimano che sia inevitabile considerare l’opinione dei più o la parola del volgo, alla stregua di un fardello di cui liberarsi, anzichè cercare di comprenderne le ragioni profonde, invito costoro a riconsiderare anche questa prassi, ben più pericolosa e minacciosa dell’ignoranza stessa, perchè anche le vedute del poveraccio in materia (il sottoscritto, nel caso), può contenere del vero. Vero non assoluto, ma vero inteso come principio condiviso da una maggioranza che può essere, ed anzi è, sì, incolta e superficiale, ma anche portatrice a volte di idee non poi così malsane.
    Fatta questa premessa, credo che lo sport, per come lo intendiamo pressochè universalmente, da oriente a occidente, da nord a sud, sia un qualcosa che trascende il semplice circoscrivere un gioco tra persone all’interno di regole da rispettare e condividere. Lo sport è tutt’altro. Nella cultura del novecento è stato un vettore, oltre che di valori morali e gesti di eroici atleti, di una certa cultura della vita e del rispetto del proprio corpo e della fisicità, che si contrappone a quello che è il modo di essere alienato e costrittivo dell’uomo nell’era post moderna. Abbiamo visto atleti neri sfrecciare davanti all’espressione funerea di Hitler, abbiamo visto, noi in particolare, le “negro leagues” e l’emancipazione razziale in america. Abbiamo visto la nazionale cubana affrontare all’Havana i simboli del male americano. Lo sport ha saputo trasmettere anche valori culturali, politici e sociali, per quanto lo abbia fatto, secondo me, piuttosto involontariamente, e talune volte, in maniera piuttosto forzata. E’ stato un elemento di coesione sociale, di attività condivisa, dal medico o imprenditore, al popolano del sobborgo. E’ stato, perchè purtroppo nello sport di oggi, di moralità ne vedo ben poca.
    Ma una cosa tra il concetto comunemente condiviso di atleta, unisce tutti noi: l’essere un uomo di sport è un qualcosa che unisce le due sfere più evidenti dell’essere umano: quella intellettuale, e quella fisica. Lo sport come fatto sociale accomuna individui che credono fermamente, sicuramente anche in modo subconscio, che l’atleta abbia il dovere di trasmettere al di fuori un immagine di sè che si differenzi dall’impiegato seduto alla scrivania per dieci ore al giorno, o dal gruppo di amici che beve birra al pub la sera parlando del più e del meno. Considerare l’attività sportiva un qualcosa che si limita alle ore trascorse sul campo è un qualcosa di riduttivo, e che annulla la cultura sportiva stessa, alla quale sembra siate piuttosto attaccati.
    Un ideale di persona sana, distinta, e che vuole fare una vita non alienata ma prendere cura di sè stessa, che impegna contemporaneamente la sfera mentale e quella fisica, nel mantenerle entrambe in stabile equilibrio, in un attività che completa l’essere umano nelle sue forme molteplici, nell’ambito di una comunità che condivide gli stessi principi ed è fermamente convinta che allontanarsi dal modello di esistenza che ci viene imposto sia un dovere che un gruppo di relativamente pochi uomini può trasmettere alla società.
    Nella cultura americana questo aspetto e questa “dottrina” dello sportivo sono sicuramente sbiaditi, rispetto al vecchio mondo, e lo vediamo oggi come non mai.
    Che messaggio volete che mandino questi cosiddetti atleti ai milioni di spettatori? In che modello si identifica un giovane che va a vedere una partita con David Wells, o Jaime Navarro sul monte di lancio?
    Il discorso che faccio io non è un attacco a Navarro, figuratevi voi cosa possa importarmene!
    Anzi, la sua intervista lo rende una persona stimabile come uomo, degna di essere guardato negli occhi quando gli si parla, ma ripeto, se la cultura sportiva è comunemente e pressochè universalmente permeata di quei principi di cui ho parlato che si oppongono certamente anche a un etica e a una morale di stampo cattolico e repressiva del corpo e della sfera fisica, allora non mi sento di portarci mio figlio, allo stadio, a tifare per lui, perchè credo nello sport. E forse dovremmo tutti ripensare a quell’articolo apparso su un giornale tempo fa, che fu criticato fortemente da Elio delle storie tese, in cui il baseball veniva descritto come uno sport di dopolavoristi ciccioni e col “culo pesante”. E forse specialmente noi, in Italia, nel nostro piccolo mondo del batti e corri dello stivale, dovremmo considerare che poi, in uno sport che voglia dirsi tale, essere un atleta e fare una vita da sportivo non sia un aspetto così trascurabile. E’ invece un aspetto che viene ignorato pressochè universalmente dalla prima società di A1 all’ultima di C2.
    Purtroppo la eterogeneità dei ruoli fa sì che io possa benissimo pesare 120 chili e lanciare la palla a novanta miglia, in quanto ciò richiede solo forza fisica ma non atleticità.
    Non è forse anche questo un aspetto che dovremmo curare nella presunta rifondazione del baseball italiano? Non dovremmo portarlo alla pari di altri sport, soprattutto nella cultura popolare? Non pensate che se esiste il luogo comune che i giocatori di baseball sono panciuti e masticano tabacco, è perchè qualcosa, questo luogo comune, lo ha generato e continua a mantenerlo in vita?
    Il baseball, a differenza di molti altri sport, è una costante presenza nella letteratura e nel cinema americani. Attorno ad esso si stende un velo di tradizione, costituito dal grigiore dei filmati e delle foto in bianco e nero di Babe Ruth e Moonlight Graham e di innumerevoli campioni del passato, i cui ricordi ci vengono trasmessi attraverso documenti e film d’epoca in cui l’evanescenza dell’atmosfera, la mitologia dei grandi eroi di questo meraviglioso sport, e quella sensazione di “tempi passati” e di gloria, compiuta e scritta in tempi che mai ritorneranno, fanno si che questo sport si fregi di un immutabilità e fissità, legittimate dalla storia stessa e dalla sua essenza.
    Non dobbiamo però dimenticarci che il mondo continua ad evolversi, e anche altri valori sono degni di essere inseriti nel prontuario dell’amante dello sport, oltre che il rispetto delle tradizioni e del passato.
    Credevo che questi principi e aspetti della pratica sportiva fossero condivisi anche da voi.
    La mia frase era basata su tale convinzione.
    evidentemente, mi sbagliavo.

     
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  2. Balk
     
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    Guarda, lascia perdere......
     
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  3. mgdb
     
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    ah beh, se lo dici tu...
     
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  4. roberto sieni
     
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    Profonda analisi, mgdb. Davvero circostanziata.

    Non completa, peraltro. Ti sei dimenticato di altri esempi che potrebbero allontanare il giovane dallo sport e che potrebbero non fargli recepire quei valori (oltre alla silhouette del giocatore come muro invalicabile e esempio disgustoso).

    Ad esempio un prima base che nelle riunioni sul monte - si vide in TV, sai le Italian Series l'hanno date in TV - parla solo lui e il manager fa solo di cenno di sì con la testa.
    Squadre che schierano formazioni "alleggerite" perché loro hanno da riposarsi (e se ne sbattono dell'elemento di squilibrio che già immettono in questo modo, senza altro andare a pensare).
    Oppure manager che urlano agli avversari "Non è mica colpa mia se ve ne diamo cinquanta!!!".
    Oppure manager che parlano male dei loro giocatori (e anche degli avversari) con troppa libertà.
    Manager delle giovanili che fanno spaccare il bracccio a curve ai loro giocatori, o che prendono per il culo un giocatore avversario fino a fargli perdere le staffe (e stiamo parlando di giovanili, guardati il report sulle Topolineidi).
    O giocatori che in quanto oriundi sono da noi professionalizzati mentre gli altri no, creando un evidente squilibrio. Così un interbase che batte .400 in A2 nemmeno interessa, che l'interbase "deve esere straniero" (lo dice Mazzotti, mica io). Per la mia modesta esperienza - e per quel che vale - sai cosa allontana i nostri ragazzi dal baseball, ad esempio? L'idea, ormai inveterata, che giocherà qualcuno al posto che dovrebbe essere suo (in tutta piccolezza questo essendo). Giocherà Piazza, o giocherà De Biase o uno che "deve essere straniero".
    Penso che l'esempio dato da noi al WBC e il differente, opposto, esempio dato da nazioni povere come Sudafrica e Cina sia poco propedeutico a quel formarsi di una certa coscienza, come dici tu. E poco abbia a che fare coi valori dello sport che tu sostieni debbano essere vivi.
    Non trovo pedagogici neppure i comportamenti dei nostri fenomeni che protestano su ogni lancio, e il manager che è stabilmente in campo a rompere le palle all'arbitro.

    Che ci vuoi fare? A me sembrano cose più imortanti di una pancia.
    E mi sorprende tu non ci abbia mai fatto caso. Che pure sei persona attenta, visto che non ti sfugge niente. Una pancia poi, la individui subito.

    Vidi la partita di Navarro insieme ad un amico, sostanzialmente digiuno di baseball e non a conoscenza di pregresse "immagini" di questo o di quel giocatore. Il suo commento fu che era impressionato della grinta di uno che era stato quello che era stato e sembrava si giocasse ancora quei titoli, non il nostro pidocchioso, e circondato da tutta gente che sembrava gliene potesse importare di meno.
    Ammetto che il mio amico è poco osservatore. Lui infatti non fece caso alla pancia.
    Una altro mio amico (situazione uguale di conoscenza del baseball), un giorno vide uno spezzone di una partita MLB e, pensa te, mi disse che era rimasto impressionato che un giocatore di belle forme (era Ortiz) corresse come un atleta. Convenne con me che questi hanno una preparazione di base, per forza esplosiva che poi li fa essere anche credibili corridori.
    Questo, pensa te, notò.

    Bello poi dove dici «Nella cultura americana questo aspetto e questa “dottrina” dello sportivo sono sicuramente sbiaditi, rispetto al vecchio mondo, e lo vediamo oggi come non mai» che qui siamo all'apoteosi. Quel mondo dove vive ancora la passione e non il fanatismo, dove lo stadio è una festa e non una guerriglia, dove l'ultimo spettatore vive ancora con Ruth, o Mantle, o Aaron, a seconda delle preferenze, nel cuore, starebbe tanto male, rispetto a noi. Già, noi sport dell'ultrà, del Moggipoli, e della tuortale ignoranza di storia e cultura.

    Vorrei avere questa "sbiaditura" da noi.

    Un saluto. Ti rispondo perché mi hai chiamato in causa. Poi, ripeto, non voglio importunare, qui. Perché non lo faccia, sapete come fare.

    Edited by roberto sieni - 18/10/2006, 18:18
     
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  5. Balk
     
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    CITAZIONE (mgdb @ 18/10/2006, 14:10)
    Che messaggio volete che mandino questi cosiddetti atleti ai milioni di spettatori? In che modello si identifica un giovane che va a vedere una partita con David Wells, o Jaime Navarro sul monte di lancio?

    A parte il sermone socio-culturale che ognuno giudica come vuole, ma ti rendi conto di cosa hai scritto?

    Wells, 43 ANNI, lo scorso anno (o è ingrassato tutto insieme a gennaio 2006?) finì con questo record w- l: 15-7.

    In 184 ip concesse ben 21 basi per ball.

    Quasi vergognoso poi che abbia ben 230 w in carriera. Frutto senza dubbio delle simpatie, per citare Nettunos, degli avversari, che lo facevano vincere per non infierire sull'obeso complessato. Una volta furono talmente presi a compassioni che gli fecero fare un PERFECT GAME.

    Navarro, forse quando era in Major non era abbastanza grasso, si è fermato a 126 w.

    Che presunti atleti.

    Oppure, ti ricordi Tony Gwynn?
    Anche lui, specie negli ultimi anni, non era proprio uno strong-man.

    .338 media vita, 3141 battute valide in carriera.

    Un presunto atleta.

    Ne viene su uno benino, al momento attuale, di presunti atleti.....
    C.C. Sabathia.

    A proposito, sai descrivermi un programma di allenamento (diciamo nel periodo di spring training) dei Padres?

    Credi che Wells non ne faccia parte del gruppo che si allena?

    Già, dimenticavo: noi, durante lo spring-training si fanno 30 giri di campo, 100 addominali e via volare.
    Se si fanno.
    Già, perchè, un vero presunto atleta, qui in Maremma, appena arriva, si sottopone così al precampionato: gli altri corrono, lui si mette su una sedia e palleggia con la mazza e 2 palline.
    Indizio: gioca in prima base, è oriundo, porta il numero 26 e il suo cognome finisce per "amos".

    Questi sono presunti atleti, non Navarro.

    Mica gli viene in mente che se, nonostante evidenti limiti fisici (a occhio non sfugge nemmeno ad una talpa non vedente che sembra più atleta un A-Rod piuttosto che un Navarro), questi presunti atleti riescano ad andare avanti nel paradiso del baseball perchè, magari, chissà, conoscono il gioco (sotto il lato tattico/tecnico/meccanico) alla perfezione.

    Oppure, chissà, hanno un'approccio alla gara fantastico, giocando ogni singolo lancio alla morte.

    Oppure, chissà, sotto il lato psicologico, sono più giocatori loro di un Beltrè (o chiunque tu voglia) e per i giovani (sai, là ci pensano) è meglio avere una chioccia come Wells, sebbene in condizioni precarie (come in questo 2006), piuttosto che un mediocre giocatore.

    Ma no, no, sono presunti atleti.

    E se fossi nella tragicomica situazione di avere un figlio a 21, e di vivere a Grosseto, stai tranquillo che lo porterei a vedere Navarro. Grasso.
    E non De Santis, con il fisico.

    E stai anche tranquillo, che se avessi la possibilità di vedere la MLB (avendo anche qualche velleità da lanciatore), una partita di Wells la studierei volentieri.

    A proposito, mi spieghi, brevemente, la strategia di lancio che adotta Wells?
     
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  6. TIERBOX
     
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    mgdb,
    risponderti su una cosi lunga puntualizzazione mi risulta praticamente impossibile.
    Vorrei sottolineare un particolare che non condivido nel tuo post.

    Il tuo ideale di sportivo/atleta mi sembra più un affiliato UISP che un atleta professionista/agonista.
    E' impossibile poter paragonare un atleta professionista degli anni 2000 con:
    Ripeto tua citazione "Un ideale di persona sana, distinta, e che vuole fare una vita non alienata ma prendere cura di sè stessa, che impegna contemporaneamente la sfera mentale e quella fisica, nel mantenerle entrambe in stabile equilibrio..."

    Il tuo ideale di sportivo non ha competizione.

    Solo che hai citato sportivi/agonisti/professionisti dove ciò che conta sono i risultati personali e di squadra.
    hai citato atleti che incontrano altri atleti in uno sport dove o vinci o sei niente.
    Wells starà li a "tirare" fin che vince con la pancia o senza. E il signor nessuno, se non tira come Wells, potrà avere l'equilibrio psico-fisico che vuoi ma lo mandano a casa.

    Il mondo agostico (professionistico o meno) è un ramo dello sport umano basato sul risultato

    E, nonostante tutto, perchè non hai citato atleti del baseball americano come Ripken Jr (storia recente), Glevine (nato nel 1966 ha ancora un fisico invidiabile) , Posada (che si riceve una paritta al giorno)... e tutti gli altri veri atleti (giovani e vecchi) che sono un esempio per gli sportivi dilettanti.

    Mgdb, lo sport come concetto di vita non è facile da discutere xchè in mezzo a quelli che tu sostieni atleti nascerà sempre un Maradona... che con il talendo manderà a scatafacio tutte le teorie di perfetto atleta nelle quali molti di noi credono.
     
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  7. mgdb
     
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    daccordissimo con te, anzi con voi tutti, in effetti avrei dovuto fare un elenco lungo pagine di giocatori che in italia non danno il buon esempio.
    Su quello che ha il cognome che finisce per ..amos, figurati, credo che siamo daccordo tutti quanti su quel punto.
    Roberto, tutte le cose che hai scritto qui le condividiamo tutti, anche nettunos, credo, non c'è bisogno che vieni a ripeterle a me.
    Il mio è un discorso di carattere estetico.
    io ti dico che in altri sport, i fisici che si vedono nel baseball non esistono. E non esistono perchè c'è una cultura atletica di base più profonda.
    Nelle minors e nelle majors (e a quanto pare anche a grosseto), ci si fa un mazzo così. 30 giri di campo?
    Ottimo! Ma non fa bene ALLO SPORT che david wells e sabathia si sfondino con litri di birra o chilogrammi di bistecche con salsa barbecue, perchè l'essere atleta non è solo un fattore tecnico, ma un atteggiamento nei confronti di tutto il resto prima, che si riflette anche nello sport che pratichiamo.
    Onestamente, credo che sia wells, sia ortiz, sia navarro, se tenessero all'essere degli atleti completi in tutti gli aspetti della loro vita, ne gioverebbero ulteriormente anche nello sport.
    Certo, poi, se convinzione comune è, come dice un mio amico, che più pesi "più la palla viaggia perchè metti il peso del grasso sotto forma di inerzia sulla palla", allora, parliamo di qualcos altro.
    Non so se De Santis sia o no un esempio come personaggio, perchè non lo conosco come persona.
    Navarro sicuramente ha da insegnare a tutti per quanto riguarda la tecnica, l'intelligenza, e tutto il resto (e non è poco), però roberto, come dici che cento macchine che vengono contrarie ci dovrebbero insegnare che forse siamo noi ad andare nel verso sbagliato, forse noi del baseball dovremmo pensare che, dicendoci tutti appresso che siamo dei pancioni che masticano tabacco, forse in qualche modo non hanno tutti i torti. O no?
    Sappiamo che atleti ci sono nel baseball, atleti di altissimo livello anche, perchè non uniformarsi a questo modo di essere?
    David Wells è da hall of fame, è un lanciatore leggendario, vuol dire che è un artista del lancio.
    Ma è un atleta come è comunemente inteso?
    Non saprei. mi faccio questa domanda da anni e non ho trovato ancora la risposta.
    Mi fa piacere che voi la abbiate trovata così in fretta!
    saluti



    ps

    da noi Newman è un raro esempio di VERO ATLETA.
     
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  8. Luke.com
     
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    CITAZIONE (mgdb @ 18/10/2006, 20:01)
    ps

    da noi Newman è un raro esempio di VERO ATLETA.

    Si, con quello strano vizietto di tirare addosso al battitore o ai corridori per scatenare una rissa...
     
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  9. Balk
     
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    Quindi, a corollario del discorso?

    Maradona (oppure vogliamo dire Best, Rose, Rodman?), il più grande di tutti i tempi, era noto per un fisico da 100 metrista ed una condotta fuori dal campo veramente impeccabile, eppure a Napoli e in tutto il mondo, lo ricordano per i gol, gli assist, i palleggi con il mappamondo e con gli aranci.

    E, se mio figlio volesse giocare a calcio gli farei vedere un gol di Maradona, magari quello contro l'Inghilterra, non certo il rigore di Grosso contro la Francia (per dire), perchè vorrei che vedesse il miglior GIOCATORE, o quello che con la classe, la tecnica, l'intelligenze etc etc riusciva a giocare da solo contro 11 persone.

    Eppure Maradona era grasso, tirava su col naso anche la polvere delle righe del campo, ha figli seminati in tutto il mondo e chi più ne ha più ne metta.

    Ma te chi faresti vedere a tuo figlio, Maradona o Boksic?

    Poi, credo che rientri nei compiti del padre, far capire al figlio che Maradona va emulato in campo, quando aveva la palla al piede, dopo il 90°, magari è davvero meglio prendere esempio da Grosso.

    Ma, la domanda sorge improvvida: questo cosa c'entra con il giudizio che devo dare di un giocatore di calcio/baseball/football/basket?

    Ah, De Santis, quello col fisico, è quello di "We can't make a team etc etc....."

    Lui, sarebbe l'esempio? Sai ganzo, se un giorno a mio figlio dicessi:
    "Vedi X, il baseball in Italia, non si può giocare con tutti italiani, lo diceva un grande lanciatore del passato. Caro X, ci vogliono gli oriundi."

    Beh, che esempio, eh? Però il fisico di De Santis è roba, no?

    E poi, come lancia Wells?
     
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  10. nettunos
     
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    CITAZIONE (Balk @ 18/10/2006, 17:50)
    Quasi vergognoso poi che abbia ben 230 w in carriera. Frutto senza dubbio delle simpatie, per citare Nettunos, degli avversari, che lo facevano vincere per non infierire sull'obeso complessato. Una volta furono talmente presi a compassioni che gli fecero fare un PERFECT GAME.

    Se mi spieghi questa sei un grande!
    Poi parliamo di smorzare i toni ed evitare gli attacchi personali.
     
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  11. Balk
     
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    Mamma mia, come siamo nervosi, Nettunos.

    Mai detto che vanno smorzati i toni, anzi, è anni che dico che vanno alzati, quindi, su questo, caschi male.

    Avevi detto di Navrro che aveva rilasciato quelle dichiarazioni per la presunta (presunta da parte tua:abbassa i toni, ci vogliono fonti certe) antipatia verso Mazzotti, ho pensato che una palla di lardo come Wells avesse vinto 230 partite in Major perchè era simpatico e gli avversari non volevanoinfierire su un povero ragazzo distrutto, tanto per stare in tema.
     
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  12. nettunos
     
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    Mah!
     
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  13. Balk
     
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    Bravo, l'ultima risposta esprime in pieno le tue ragioni.
     
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  14. roberto sieni
     
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    Fermi tutti, lasciate il proscenio a mgdb che, incurante gli chieda di non provocarmi qui, insiste "cecco toccami che la mamma non vede, mamma cecco mi tocca".

    Dico: è fantastico, siamo oltre l'inimmaginabile. Totò non avrebbe saputo fare tanto.

    L'anonimo mgdb sputtana una persone identificabile (Navarro, nel caso) e ci dice cose interessanti.
    Che sul quel giocatore sul cui nome finisce in ...amos, figurarsi, ce ne sarebbero di cose da dire.
    Però - ma guarda te la combinazione! alle volte si dice! - non gli è venuto di dirle. Anche ora ha pudore, perfino a fare il nome intero. Eppure Navarro lo chiamò Navarro, mica quel giocatore sul cui nome finisce in ...avarro.

    Fantastico.

    Altrettanto fantastico che ci ponga una questione di look. Io sono d'accordo. Come il book dei NY Yankees che dedica uno spazio a chi vestì Mantle col numero 7 (dopo che col 6 aveva avuto difficoltà).

    Ci mancherebbe. Io sono un maniaco del look, odio i calzoni lunghi, ad esempio, mi piacciono i sox sforzati e magari con le righe in orizzontele sulla cima.
    Che dire che le squadre italiane non sanno la regola bianco/grigio fra casa e trasferta? Che dire che giochino con caschetti di ogni tipo di colore? Che dire che giochino con caschetti incerottati?
    Che dire che quel giocatore sul cui nome finisce in ...amos che gioca con la casacca di fuori?

    Ci dica, mgdb, il nostro curatore dell'immagine. Che finora non ci aveva detto niente. Eppure ha una vista eccellente. Vede una pancia. Possibile non abbia visto quest'altro?
    Su quest'altro sia sempre stato zitto? Eppure non gli manca di essere pungente. Come si è visto.

    Eppoi via, ci dica che cosa ci sarebbe da dire su quel giocatore sul cui nome finisce in ...amos. I sottintesi sono brutti. Ci dica.
    Ci dica anche il suo vero nome, il nome di chi si nasconde dietro il nick mgdb.
    Via, sia uomo.
     
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  15. mgdb
     
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    Sieni, lei la vuole buttare in polemica ad ogni costo però. Se vuole può benissimo rifilare il pappone su "cosa non va da noi", però spero si stanchi prima o poi di sfondare porte aperte!
    a proposito di maradona: il paragone mi sembra fuori luogo, in quanto di maradona si può dire che fosse un pò sovrappeso ma non un grassone, come molti nel baseball sono.
    Inoltre, anche se fosse, navarro non è il maradona del baseball.
    E poi di maradona se ne ricorda uno, perchè è stato tra i pochi ad esser grandi pur essendo QUALCHE CHILO sovrappeso, e non QUALCHE DECINA DI CHILI.
    Nel baseball quanti medi e mediocri giocatori riescono a giocare (specialmente in italia) pur essendo dei tronchi immobili? Nessuno dice nulla di questo.
    e poi sieni, per certe cose basta il BUONSENSO, ma visto che non ci arrivate, allora tenetevi il vostro bel giocattolo che per voi è perfetto così com'è, evidentemente.
    Ma per quanto mi riguarda, un David Wells è un camionista che lancia la palla divinamente. Ma NON UN ATLETA. Un atleta è altro. il buonsenso lo dice, non ci vorrebbe nemmeno tanto argomentare intorno.
    E poi chessò, invece di porre casi limite, come maradona che sniffa o best che va a puttane (ai quali era permesso di farlo solo in virtù del talento immenso, non COME NEL BASEBALL), si potrebbe parlare di gente come Maldini, serio professionista atleta in campo e fuori, o l'ex juventino ferrara, come esempi da dare ai giovani, che dite?
    Perchè ricorrere sempre al mito nel dare l'esempio? Non è nemmeno costruttivo, non è nemmeno alla portata d'immaginazione.
    Best e Maradona no NON SONO ESEMPI perchè non sono persone ESEMPLARI nel comportamento sportivo. A prescindere dai RISULTATI che vengono in virtu' del TALENTO INNATO, quindi non diciamo cavolate perchè l'atleta è tale in virtù della routine, non in virtu' del talento che ha per natura.


    p.s per piacere roberto continua a scrivere qui senza tutti questi continui esodi in altri forum già siamo quattro gatti, se poi ci mettiamo a dividerci tra forum stiamo freschi! personalmente non mi ritengo offeso ne mai mi sono ritenuto realmente offeso, se qualcun altro c'ha la coda di paglia fregatene ed è più facile no?
     
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34 replies since 18/10/2006, 13:10   1309 views
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